Negli ultimi anni è tutto un fiorire di articoli e notizie che glorificano la Pet-Therapy e i sorrisi che porta.
Quello che non traspare è l’enorme sacrificio dietro a ogni progetto, a ogni attività, a ogni giorno.
Le immagini ritraggono brevi istanti di spensieratezza senza tuttavia ricordarsi di raccontare l’enorme impegno che richiedono le IAA e la fatica di questo bellissimo lavoro.
Cominciamo con il dire che per fare buone attività (e dovrebbero essere solo buone visto l’ambito e le persone cui sono dirette) è necessario un percorso di formazione personale e professionale impegnativo, omnicomprensivo di molti ambiti (da quello terapeutico/educativo/sociale fino alla migliore conoscenza possibile del benessere animale) che richiede tempo, risorse economiche e motivazione sconfinata.
A questo va aggiunto che le IAA si avvalgono di collaboratori speciali (gli animali), che si affidano all’Uomo per ogni cura (dall’alimentazione, alla corretta gestione dello stress fino alle cure in caso di malattia e infine al giusto periodo del pensionamento).
Si va dal cane (che si tiene in famiglia) fino ai grandi animali (cavalli e asini) e chi ci lavora sa che ai grandi animali corrispondono anche grandi costi (ovviamente diamo per scontato che gli animali in Pet-Therapy siano rigorosamente curati e ben gestiti).
A questo va aggiunto il fatto che gli animali non bastano mai (un buon operatore ne ha diversi) e che, seppure sia una passione, avere animali significa spesso rinunciare alle vacanze, ai fine settimana, alla spensieratezza di poter spegnere il cellulare e i pensieri perchè avere un animale, significa anche essere disponibili 24 ore su 24 per le emergenze (che non mancano mai).E infine, dopo tutto ciò, si deve anche spiegare che la Pet-Therapy non è solo la presenza dell’animale, e che i sacrifici richiedono professionalità e che un sorriso non sempre è il risultato delle attività perchè gli obiettivi sono spesso complessi e invisibili agli occhi dei neofiti e che ha un valore e questo valore va correttamente retribuito.
Ecco, questo negli articoli non è scritto, ma è bene saperlo.